San Michele Arcangelo
“nostro Santo Protettore”
Il suo nome “Mi ka – ‘El” significa “Chi è come Dio?” La Chiesa oggi celebra la festa di San Michele il 29 settembre. In passato due erano le feste liturgiche in onore dell’Arcangelo (che si conservano ancora per la Città di Monte Sant’Angelo): il 29 settembre, celebrata inizialmente solo a Roma, come ricordo della dedicazione di un’antica Basilica eretta in suo onore sulla via Salaria, e l’8 maggio, anniversario della prima apparizione al Vescovo di Siponto al Gargano e, in modo particolare, celebrazione dell’episodio della vittoria (seconda apparizione) dei sipontini sui barbari invasori. A partire dall’XI secolo, queste due ricorrenze particolari del Santuario si diffusero in tutta l’Europa. Nel Medioevo entrambe venivano collegate con il Gargano: 8 maggio: anniversario delle apparizioni; 29 settembre: dedicazione della Basilica. A San Michele sono dedicate diverse chiese, cappelle e oratori in tutta Europa. Spesso l’Arcangelo viene rappresentato sulle guglie dei campanili, perché è considerato il guardiano delle chiese contro satana.
San Michele, come taumaturgo
Taumaturgo significa colui che fa miracoli, che guarisce. Da sempre, Dio ascolta, comprende, guarisce, riconforta, calma e da coraggio. Lo fa con suoi angeli e suoi santi. Gli angeli e i santi compiono dunque l’opera di misericordia e di salvezza di Dio. Nel V sec. i cristiani bizantini vedono soprattutto in Michele, colui che guarisce e prende cura del debole e del morente. Michele era considerato come medico celeste delle infermità degli uomini. “Non solo hai sconfitto il drago grande e terribile nel tuo santuario di Chone, ma si è formato un corso d’acqua guaritrice di ogni malattia del corpo”. Così canta l’inno AKATISTOS a San Michele Arcangelo della liturgia bizantina. Viene rappresentato con una lunga tunica, tenendo in una mano una sfera che rappresenta il progetto di Dio su ciascuno di noi, e nell’altra una lungo bastone da pellegrino.
La tradizione riconosce san Michele in questi testi biblici: – Consola e guarisce: quando appare alla serva di Abramo, Agar incinta di Ismaele, per confortarla e (Genesi 16,7) e ridare voglia di vivere (Genesi 21, 17). – Michele salva Lot durante la distruzione di Sodoma (Genesi 19). – Egli ferma il braccio di Abramo mentre sta per sacrificare suo figlio Isacco (Genesi 22, 11). – Michele aiuta il popolo a liberarsi di Faraone e lo guida verso la terra promessa (Esodo 13, 21). – Incoraggia il profeta Elia disperato e depresso (1 Re 19, 5). – Sta vicini ai tre fanciulli nella fornace ardente (Daniele 3, 49). – Michele scende e viene in soccorso a Daniele chiudendo le fauci dei leoni che volevano divorarlo (Daniele 6, 23). – Partecipa alla guarigione dei ammalati della piscina di Betzata “Un angelo infatti in certi momenti discendeva nella piscina e agitava l’acqua; il primo ad entrarvi dopo l’agitazione dell’acqua guariva da qualsiasi malattia fosse affetto”(Giovanni 5, 4). – L’Arcangelo libera san Pietro dal carcere (Atti 5, 19). – Michele incoraggia Filippo a dare all’eunuco della regina d’Etiopia un senso alla propria vita. (Atti 8, 21).– Infine, guida Cornelio a Pietro che lo illuminerà con il dono del battesimo (Atti 10, 10).
San Michele, il combattente celeste
È sotto quest’aspetto che Michele è più conosciuto. San Michele Arcangelo nell’Apocalisse è il capo degli angeli celesti che combattono contro Satana e gli angeli ribelli. “Scoppiò quindi una guerra nel cielo: Michele e i suoi angeli combattevano contro il drago. Il drago combatteva insieme con i suoi angeli, ma non prevalsero e non ci fu più posto per essi in cielo. Il grande drago, il serpente antico, colui che chiamiamo il diavolo e satana e che seduce tutta la terra, fu precipitato sulla terra e con lui furono precipitati anche i suoi angeli”. (Ap 12, 7-9). La lotta dell’arcangelo contro il drago parla agli uomini, perché la nostra vita è spesso un combattimento. Recita un’antica invocazione: “San Michele Arcangelo, difendici nel combattimento, affinché non periamo nel giorno del tremendo giudizio”. La nostra fede è messa alla prova e chiede sempre l’abbandono autentico a Cristo. Quando tutto è buio gridiamo: “San Michele, aiutaci”. Dio è presente nell’oscurità della lotta. Chi sa rivestire l’armatura della fede in Cristo, vince, come Michele il male e la morte. (cfr. Efesini 6,11). San Michele viene rappresentato con la spada in mano, arma per il combattimento da vicino.
San Michele, il difensore d’Israele e della Chiesa
I cristiani hanno così sempre considerato l’Arcangelo il più potente difensore del popolo di Dio. Nella Bibbia si può notare che con molta cura San Michele veglia su Israele, dando consiglio e combattendo il nemico che cerca di annientare il Popolo che Dio si è scelto. Così, la Chiesa, Popolo della nuova Alleanza si è affidata alla custodia dell’Arcangelo Michele. San Michele difensore viene rappresentato con la lancia: arma da combattimento da lontano. – Michele dice a Daniele che sta per respingere i Persiani: (Dan 10, 12 – 13 e 21). «Non temere, Daniele, poiché fin dal primo giorno in cui ti sei sforzato di intendere, umiliandoti davanti a Dio, le tue parole sono state ascoltate e io sono venuto per le tue parole. Ma il principe del regno di Persia mi si è opposto per ventun giorni: però Michele, uno dei primi prìncipi, mi è venuto in aiuto e io l’ho lasciato là presso il principe del re di Persia… Nessunomi aiuta in questo se non Michele, il vostro principe” – Michele sta davanti a Balaam, con una spada in mano per impedirlo di maledire Israele (Numeri 22, 23). – Michele si rivela come capo dell’esercito del Signore di fronte alle mura di Gerico (Giosuè 5, 13). “Mentre Giosuè era presso Gerico, alzò gli occhi ed ecco, vide un uomo in piedi davanti a sé che aveva in mano una spada sguainata. Giosuè si diresse verso di lui e gli chiese: «Tu sei per noi o per i nostri avversari?». 14 Rispose: «No, io sono il capo dell’esercito del Signore. Giungo proprio ora». Allora Giosuè cadde con la faccia a terra, si prostrò e gli disse: «Che dice il mio signore al suo servo?». 15 Rispose il capo dell’esercito del Signore a Giosuè: «Togliti i sandali dai tuoi piedi, perché il luogo sul quale tu stai è santo». Giosuè così fece”. Incoraggia Gedeone a liberare Israele: (Giudici 6, 11). – Michele stermina gli Assiri che venivano per profanare Gerusalemme (2 Re 19, 35). “Ora in quella notte l’angelo del Signore scese e percosse nell’accampamento degli Assiri centottantacinquemila uomini. Quando i superstiti si alzarono al mattino, ecco, quelli erano tutti morti”.
San Michele, il liturgo
Il liturgo è colui che si mette al servizio della liturgia. San Michele, infine, ha il singolare privilegio di prestare l’ufficio dell’assistenza davanti al trono della Maestà Divina. Egli stesso si presentò così al Vescovo Lorenzo: «Io sono Michele e sto sempre alla presenza di Dio». Ed infattila liturgia del Concilio di Trento così pregava offrendo l’incenso: “Per intercessione di San Michele Arcangelo che sta alla destra dell’altare dell’incenso, degnati di accettare e benedire quest’offerta dell’incenso”. La liturgia è l’incontro di Dio con suo Popolo per la celebrazione della loro alleanza. In questo incontro, Dio è primo ad entrare in azione (linea discendente) perché è lui che ha l’iniziativa dell’Alleanza, alla quale risponde il Popolo (linea ascendente). Gli angeli sono esseri per la lode, totalmente rivolti verso Dio. Accompagnano la preghiera degli uomini, in tal modo che cielo e terra si rivolgono a Dio. Ecco alcuni brani dove gli angeli, con Michele in testa anche se non è nominato, che parlano di questo compito di lode. “Nell’anno in cui morì il re Ozia, io vidi il Signore seduto su un trono alto ed elevato; i lembi del suo manto riempivano il tempio. Attorno a lui stavano dei serafini, ognuno aveva sei ali; con due si copriva la faccia, con due si copriva i piedi e con due volava. proclamavano l’uno all’altro: «Santo, santo, santo è il Signore degli eserciti. Tutta la terra è piena della sua gloria»” (Isaia 6,1-3). Nell’Apocalisse:“Poi venne un altro angelo e si fermò all’altare, reggendo un incensiere d’oro. Gli furono dati molti profumi perché li offrisse insieme con le preghiere di tutti i santi bruciandoli sull’altare d’oro, posto davanti al trono. E dalla mano dell’angelo il fumo degli aromi salì davanti a Dio, insieme con le preghiere dei santi”. (Ap 8, 3-4). Salmo 148: “Lodate il Signore dai cieli; lodatelo nei luoghi altissimi. Lodatelo, voi tutti i suoi angeli; lodatelo, voi tutti i suoi eserciti!” L’iconografia usa l’incensiere per rappresentare san Michel liturgo.
San Michele, lo psicopompo
Psicopompo: uno che introduce nell’aldilà le anime dei defunti. L’Arcangelo San Michele viene riconosciuto anche come guida delle anime al cielo. Troviamo nelle Scritture questa ‘funzione’ degli angeli. In Luca: “Un giorno il povero Lazzaro morì e fu portato dagli angeli nel seno di Abramo” (16, 22). E anche nella lettera di Giuda v. 9: “L’arcangelo Michele quando, in contesa con il diavolo, disputava per il corpo di Mosè”. Per questol’antica tradizione cristiana ha voluto mettere: “sed signifer sanctus Michael repraesentet eas in luce sancta” (ma l’alfiere san Michele le porti nella luce santa) nell’offertorio gregoriano ‘Domine Iesu Christe’ della messa dei defunti. Questa sua funzione è evidenziata nella liturgia romana, in particolare nella preghiera per l’offertorio della messa dei defunti: “Signore Gesù Cristo, libera le anime dei fedeli defunti dalle pene dell’inferno; San Michele, che porta i tuoi santi segni, le conduca alla luce santa che promettesti ad Abramo e alla sua discendenza.” San Michele psicopompo viene spesso rappresentato con la bilancia in mano per pesare le anime dei defunti. Ciò viene chiamato psicostasia. San Michele lotta contro il diavolo che vuole ingannare la pesa e rubare così le anime. Nella lotta contro il diavolo, Michel vince sempre… meno male. San Michele come psicopompo viene rappresentato con una grande bilancia in mano che pesa un piccolo uomo seduto nel piatto: è l’anima del defunto.