Quest’anno abbiamo continuato sul percorso della Via Micaelica, percorso iniziato l’anno scorso con il santuario più a nord della linea di San Michele, effettuando il pellegrinaggio al Santuario dell’Arcangelo in Val di Susa chiamto Sacra di San Michele. Siamo partiti da Aosta seguendo prima la Via Francigena per poi toccare Torino e infine sulla antica via del pellegrini per la Val Susa sino alla Sacra. La Sacra costituiva la prima tappa in territorio italiano di quella successiva variante della Via Francigena che muoveva da Mont-Saint-Michel in Normandia e giungeva fino a San Michele sul Gargano, collegando i tre principali luoghi sacri dedicati all’Arcangelo per proseguire poi, via mare, verso la Terra Santa.
Tappa bellissima lungo la Via Francigena ma molto impegnativa per i continui sali e scendi e perchè alla fine della tappa abbiamo contato ben 34 chilometri. Tant’è che il sacerdote di Chatillon ci ha detto che questa tappa solitamente la dividono in due i pellegrini. Sul percorso abbiamo visitato il Castello di Quart e le rovine del Castello di Nus entrambi molto belli. Affascinante il panorama della valle incastonata fra le alte montagne. Tappa conclusa con la pioggia a Chatillon.
Altra tappa molto bella sulla Via Francigena. Deliziosi i piccoli agglomerati di abitazioni con le case con i tetti di ardesia. Prima Saint Vincent poi dei bellissimo vigneti a terrazze abbiamo incontrato sul cammino. Impegnativa ma bellissima per il panorama la discesa a Verres. Verres molto bella specialmente nell’antico borgo e imponente il castello di Verres che protegge la cittadina.
Forse la tappa più ricca a livello storico monumentale. Dopo costeggiato la Dora Baltea arrivati ad Arnad con la splendida Parrocchiale di San Martino. Attraversati i due antichi ponti di Echallod e di Bard. Bard delizioso villaggio dominato del forte. Visitato il maestoso e imponente Forte di Bard sede del Museo delle Alpi. Stupenda la strada romana delle Gallie all’ingresso a Donnas con il suo arco scavato nella roccia. Conclusa la tappa con l’attraversamento del ponte romano detto Ponte del Diavolo a Pont Saint Martin.
La prima parte della tappa, qualcosa di meraviglioso!!! Da prima siamo passati in mezzo ai terrazzamenti dei curatissimi vigneti (sembrano dei giardini), poi per dei sentieri magnifici in mezzo al bosco e infine ammirato il Castello di Montalto. Da qui il sentiero inizia ad addolcirsi ad eccezione della ascesa ai laghi Pistono e Sirio. Fine tappa alla graziosa Ivrea. Prima di arrivare ad Ivrea abbiamo ammirato da lontano la sagoma della Serra Morenica di Ivrea.
Tappa pianeggiante interamente nella natura fatta di campi di grano e di mais. Il caldo inizia a farsi sentire, rimpiangiamo il frescolino della Valle. Nonostante siamo partiti molto presto l’arrivo a Caluso è stato difficoltoso. Da evidenziare solo il lago di Candia e il sentiero dentro il bosco dal lago a Caluso. Sapevamo cosa incontravamo entrando in Piemonte: monotonia del paesaggio, temperature elevate e zanzare. Fortunatamente queste ultime ci sono state risparmiate.
Come la tappa precedente con in più la seconda parte svolta in un ambiente fortemente antropizzato. Sino a Montanaro bei campi di grano e mais e il percorso si snoda su buone strade di campagna, poi è stato un continuo districarsi su stradine asfaltate. Da Brandizzo sino a Settimo Torinese passati per percorsi misti sterrato asfalto anche seguendo la nascente ciclostrada Torino – Venezia.
Ad onor del vero… visto il caldo torrido dei giorni precedenti abbiamo deciso di prendere i mezzi pubblici (da prima in treno, poi la metropolitana e infine l’autobus) per arrivare a Rivoli. Non ci siamo pentiti della scelta, perchè anche oggi il caldo è insopportabile e perchè comunque sarebbe stata una tappa da svolgere solo ed esclusivamente sui marciapiedi della periferia di Torino. Specialmente alienante il tratto di ben 14 chilometri di Corso Francia, un monotono rettilineo in alcuni tratti anche pericoloso. A Rivoli visitato il Castello
Sin da subito vediamo la imponente e maestosa mole della Sacra e la sua visione sarà per noi un faro in tutto il percorso. Prendiamo l’ Antica Via di Francia (in epoca romana Via ad Galliam da Torino al Monginevro) e arriviamo alla meravigliosa Precettoria di Sant’Antonio di Ranverso. Complesso ospedaliero del 1188 dell’ordine di Sant’Antonio (assistenza ai pellegrini sulla Via Francigena e cura dei malati del “fuoco di Sant’Antonio”). Successivamente arriviamo ad Avigliana con il suo bel borgo medioevale e il Palazzo del Beato Umberto costruito nel 1347 come antico Ospedale per pellegrini. A Sant’Ambrogio di Torino la Sacra vista dal basso ci incute timore. Iniziamo l’ascesa alla Sacra per la ripida vecchia mulattiera che per misericordia è segnata dalla Via Crucis. Le sue tappe ci hanno aiutato ad arrivate stanchi ma non stremati alla Sacra.
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Nel primo pomeriggio arriviamo alla meta “La Sacra di San Michele”. Celebriamo la Santa Messa di ringraziamento di conclusione pellegrinaggio e visitiamo questo gioiello di architettura romanica che sorge quasi sospesa sul pinnacolo del monte Pirchiriano. Lo Scalone dei Morti e il Portale dello Zodiaco lasciano senza parole per non parlare poi della divina bellezza dell’Abbazia sospesa fra cielo e terra. Quest’anno, causa un problema con un nostro confratello, arriviamo mesti alla meta con il cuore triste di dolore. Anche questo è cammino….
