I Protomartiri Francescani e Chiara d’Assisi tra storia e agiografia

Cronaca

Presso il monastero Ss. Annunziata delle clarisse di Terni, sabato 14 gennaio si è svolto un incontro di studio dal tema I Protomartiri Francescani e Chiara d’Assisi tra storia e agiografia; organizzato dal medesimo Monastero in collaborazione con la Scuola Superiore di Studi Medievali e Francescani della Pontificia Università Antonianum di Roma e l’Ufficio Beni Culturali Ecclesiastici della Diocesi di Terni-Narni-Amelia, tale iniziativa si pone all’interno delle celebrazioni dell’Anno Clariano che ricorda l’VIII Centenario da quando Chiara d’Assisi lasciò la propria casa per vivere il Vangelo sull’esempio di frate Francesco, dando inizio a quella forma di vita che diverrà l’ordine delle Clarisse.

Il tema dell’incontro è stato illustrato dal prof. Marco Guida; innanzitutto egli ha esposto le fonti che espressamente parlano del desiderio del martirio in santa Chiara, brani tratti dal Processo di canonizzazione, dalla Vita et Leggenda scritta da suor Battista Alfani e anche dallaLegenda sanctae Clarae virginis di Tommaso da Celano. Posti questi rimandi alle fonti che espressamente menzionano il martirio in merito alla vicenda di Chiara d’Assisi, Guida è passato a porre alcune considerazioni in merito rinviando prima di tutto all’esperienza di frate Francesco : «Mi sembra che sia importante, per comprendere il desiderio di martirio di Chiara, tenere presente l’esperienza di Francesco. Le sorelle al Processo di canonizzazione affermano che tale desiderio emerge in Chiara quando riceve la notizia del martirio dei primi frati in Marocco: è il 1220. Francesco aveva cercato più volte di recarsi in terre lontane in cerca del martirio Si era poi recato in Terra Santa nel 1219, ma ritorna sano e salvo ed è in un certo senso “costretto” a “ricomprendere” questa dimensione in modo molto diverso: il suo vero “martirio” (non va dimenticata la radice della parola greca: “testimonianza”!) sarà la guida faticosa dell’Ordine, il dover rinunciare al suomodo di comprendere la volontà del Signore sul cammino della fraternitas, il dover accettare di scrivere una nuova Regola… Sembra che più volte nel percorso di Francesco il Signore provveda a distoglierlo dal desiderio del martirio in senso stretto per condurlo su una via differente. Ma l’esito finale non cambia: la piena conformazione a Cristo crocifisso viene sigillata con il dono delle stimmate! Chiara non può essere rimasta estranea a questo vissuto di Francesco. Che cosa si saranno detti, che cosa le avrà raccontato Francesco dei suoi tentativi di partenza, del suo viaggio oltremare, della diversa volontà del Signore? È proprio nel 1220 che pure per Chiara emerge forte il desiderio di partire e di consegnare anche materialmente la sua vita al Signore… Forse proprio mentre Francesco era assente lei matura questa sensibilità. Questo andrebbe ancora una volta a confermare il ruolo centrale di Francesco nell’essere “guida” e testimone per Chiara…». Passando direttamente alla vicenda di Chiara d’Assisi, il prof. Marco Guida sostiene che quello del martirio è un desiderio che cresce e si trasforma nel tempo; infine traendo delle riflessioni, che rimangono come punti da sviluppare ha concluso: «A me pare, ancora rileggendo tutti i testi qua sopra un po’ in parallelo, e tenendo conto del costante intreccio con il vissuto di Francesco, che per Chiara il desiderio del martirio, si sia andato dispiegando e maturando almeno in tre direzioni, dopo quel primo slancio giovanile, ossia nella vita fraterna, nella malattia e nel rapporto con la Chiesa che è madre e con l’Ordine dopo la morte di Francesco. Quanto Marco Guida ha espresso nella sua relazione apre scenari innovativi nella ricerca inerente alla vicenda e spiritualità di Chiara d’Assisi e c’è solo da augurarsi di veder presto un suo studio in merito.

A seguire il dottor Giuseppe Cassio ha illustrato la Iconografia di santa Chiara nell’Umbria meridionale; collegandosi al tema del martirio egli ha ricordato che «alcune immagini umbre che ritraggono la “Povera di San Damiano” con l’attributo della palma sono rintracciabili nelle vele della Basilica di Santa Chiara in Assisi (ante 1334) e nella pala attribuita a Palmerino di Guido dove addirittura sia Chiara che Agnese recano la palma in segno devozionale nei confronti della comune martire prediletta romana. Santa Chiara con la palma si trova anche nella predella della pala di Fiorenzo di Lorenzo presso la Galleria Nazionale dell’Umbria (1500 ca.) e nel coro ligneo della Basilica Superiore di San Francesco, prodotto dallo straordinario talento di Domenico Indivini (1501). In quest’ultimo troviamo raffigurati i Protomartiri, chi nell’atto di leggere, chi nell’atto di pregare, ma solo sant’Accursio esibisce un sottile ramoscello di palma, che è il segno simbolico proprio di santa Chiara nello stesso contesto». Dopo aver illustrato le diverse immagini della santa presenti sul territorio ha concluso con un’immagine tratta dalle Icones Sanctae Clarae di Enrico Sedulius relativa ai miracoli compiuti da Chiara sulla sua tomba, dove “gli ossessi sono liberati, e sono sanati i pazzi furiosi, gli epilettici, gli zoppi, i ciechi, i rattrappiti e altri affetti da altre malattie”. A Cassio piace immaginare tra costoro anche Giacomello, il cieco costretto da anni a camminare con una guida e che grazie a un sogno avuto mentre una notte dormiva presso il ponte di Narni, si recò ad Assisi e riacquistò la vista.

Pietro Messa